Vacanze romane

come ho raccontato nel libro che ho scritto qualche anno fa, "Ricette delle Nuove Famiglie d'Italia", tutti noi abbiamo una famiglia d'origine, ma durante la vita può capitare di incontrarne altre in cui ti sembra di essere sempre vissuta. Questa è la mia famiglia romano-balinese, composta da Roberto, Elena e Koko. Anche l'Adorabile si è inserito alla grande.
Relax famigliare, scorpacciate di carciofi, scoperta di nuovi luoghi del cibo, passeggiate tra architetture post industriali, un caffè al museo, un cornetto in stazione. E tante chiacchiere, con la benedizione della pioggia. Che quella a Pasqua non manca mai. Vacanze romane in tre giorni, godendosi tutto, soprattutto gli amici, i pranzi, il dolcefarniente.




il carciofo alla giudia di Ulisse. Si fa con la mammola, il tipico carciofone laziale e si cucina secondo una ricetta delle massaie ebree che lo preparavano in occasione del Kippur, la festa dell'espiazione. Dopo aver digiunato e pregato per 24 ore si mangiava quello che è diventato uno splendido contorno della cucina romana
La vacanza romana è nata per andare a trovare Roberto, Elena e Koko, i miei cari amici che si dividono tra Roma e l'isola indonesiana di Bali. Pranzo di Pasqua insieme, e Pasquetta in giro per la città per visitare alcuni posti che non avevo ancora visto ed altri di cui volevo vedere lo sviluppo nel tempo. Un programma piuttosto rilassante, guidato soprattutto dalle esperienze di cibo. Perché, ad esempio, al Testaccio, lunedì, ci sono arrivata dopo essere andata alla scoperta del Porto Fluviale, locale dalle tante facce che ha aperto in un capannone di 900 metri quadrati del quartiere Ostiense, dove un tempo passavano navi e battelli che portavano in città rifornimenti di ogni tipo. Dopo aver mangiato un po' di chicchetti, che sono la peculiarità del posto, assieme alle mezze porzioni, alle cucine di strada, e bevuto un'ottima birra artigianale, sono andata al Macro del Testaccio, la metà del Museo d'Arte Contemporanea (l'altra parte è in via Nizza) e poi al Maxxi, il museo nazionale delle arti del XXI secolo disegnato da Zaha Hadid, che avevo visto alla sua nascita, nel 2010 e che adesso sfoggia anche un ristorante. Non solo novità in queste vacanze romane. Anche un salto nella tradizione con un pranzo da Ulisse dove mangiare le alici fritte, il carciofo alla giudia, il trio cacio e pepe, carbonara e amatriciana o una pasta e fagioli. E poi partenza la mattina presto dalla stazione Tiburtina con sosta allo snack bar che, così solitario nel grande spazio futuristico per ora vuoto, sembra un'installazione.

da Ulisse

un caffè e un macaron al Maxxi

 Maxxi 21, il ristorante

in cucina, da Elena e Roberto, noodles con funghi, carciofi da saltare in padella

verso il Porto Fluviale, lungo il muro decorato da Herbert Baglione, un "bite" o "morso" al salmone e rucola di cui ancora assaporo il gusto al Porto Fluviale. Se arrivate in un giorno caotico senza aver prenotato, e non trovate posto alla trattoria, alla pizzeria o in salotto, c'è caso che vi vada fatta bene al banco in fondo... controllate!

cicchetti al banco, il buffet, sandwich e bottiglie per l'acqua naturale e frizzante
il bar alla stazione Tiburtina (decisamente un work in progress) e i tetti di Roma nella passeggiata al Testaccio, uno dei quartieri più popolari per la vita notturna e l'espressione creativa

Maxxi, via Guido Reni 4 (Metro A fermata Flaminio e tram n.2 fermata Apollodoro)
Macro, via Orazio Giustiniani 4 (metro B fermata Piramide)
Porto Fluviale, via Porto Fluviale 22 (metro B fermata Piramide)
Ulisse, via Giuseppe Ferrari 10 (06 321 7505 metro A fermata Lepanto)
Testaccio, il cuore della vecchia Roma (metro B fermata Piramide)

Commenti

  1. A me che sono romano, mi ha fatto tanto piacere fare una passeggiata con te alla scoperta di alcuni angoli caratteristici.
    p.s. mi vergogno un po', ma ancora non sono mai stato al Macro di Testaccio. Ma si sa, i turisti sono molto più attivi dei residenti, che tanto certe cose ce l'hanno a portata di mano... (ma non vanno mai a vederle)

    RispondiElimina
  2. ciao Andrea, grazie! effettivamente fare da guida a un romano a roma è bizzarro, ma posso ben capire la tua posizione: anche io sono spesso pigra con le visite a cose bolognesi. rimando rimando che tanto ce le ho lì...poi...pluff, finiscono! ma questo significa anche che nella routine quotidiana i nostri gesti si ripetono all'infinito e lasciano poco spazio a nuove iniziative, se non nel wend, magari, quando dobbiamo dedicarci ad altre incombenze e ben poco al trastullo culturale. Quindi indico la giornata del break...una volta al mese un giorno solo per il proprio arricchimento personale :)

    RispondiElimina

Posta un commento

per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

Post più popolari