E il Peacock neo bistrot si pavoneggia dalle vetrine di via Santo Stefano



Quando due settimane fa sono entrata in uno dei mercatini dell'usato in conto vendita della città, alla ricerca di tazzine e teiere per allestire la sala da te' vittoriana che potete visitare fino al 6 dicembre qui tutte le domeniche, mi sono imbattuta in un oggetto di design che peculiare è dir poco. Il divano And di Fabio Novembre, optical nella visione e modulare nella progettazione, vi dà il benvenuto con una domanda: chi mi comprerà? Ma anche: in quale spazio potrò trovare casa che sono così massimalista e ingombrante? Impegnativo  insomma. Ecco quindi che ieri, mentre camminavo per via Santo Stefano godendomi la strepitosa giornata di sole e mi sono imbattuta nel neoBistrot Peacock, dopo aver dato una sbirciatina attraverso le vetrate di quella che fu la Casa dello Sport  di quel che fu un negozio di mobili da ufficio, ho pensato che quella sarebbe stata la destinazione perfetta per il mitico And. 


tartare di ombrina, mango fresco, insalatina di valeriana, riccioli di burro e pane tostato
Ecco perché lo penso. Colori, stile, quello strano mix di etnico e anni Novanta da locale da ballo, gli potrebbero dare un entusiasmante benvenuto. Lo definirei eclettico lo stile del Peacock, che sceglie come sottotitolo quello di neo-bistrot, inoltrandosi in una categoria di luoghi pubblici talmente ben definita da farmi subito testare un po' di cose. Proprio ieri ho letto entusiasta dell'uscita del nuovo libro di Marc Augé che mi procurerò al più presto, "Un etnologo al bistrot", e quando ho visto questo neo bistrot così colorato, inizialmente la definizione e quel che vedevo non coincidevano molto, però ho vinto la mia resistenza facendo prevalere la curiosità. Ho scelto un tavolo tondo accanto alla vetrata che è bellissima, guardatela, con i vetri basculanti che non avevo mai avuto l'occasione di esaminare così da vicino. E mi son goduta (e seduta su) la vista di quelle sedie Zuiver che mi piacciono tantissimo e che creano un certo calore, rispondendo a una delle richieste rigorose del bistrot: sentirsi altrove e al contempo a casa. Di giorno c'è relax da queste parti, spero sempre le chiacchiere fitte.


in vetrina

E' un inno al colore forte questo Peacock, che si pavoneggia mentre gli altri locali scelgono ancora la patina, i colori pastello tenui, i materiali basso profilo. Non mi piace nella sua totalità di divanetti e metallo ossidato (mi ricrda un altro locale già visto), ma mi stuzzica l'immaginazione. Poi, per pura coincidenza, scopro che Marco, così si chiama uno dei proprietari (gentilissimo, mi ha fatto anche un piccolo sconto), ha lavorato al caffè de L'Inde e allora capisco cosa mi ricorda il Peacock. Ma basta, mi tolgo da questo ruolo da Livingetc. e passo al cibo. Ho mangiato un'ottima tartare di ombrina a 14 euro (indecisa tra il carpaccio di salmone marinato e un piatto di arrosticini di salmone e calamari in salsa agrodolce tra gli aperitivi), segnalata in un menu dove tutti i piatti, dagli antipasti ai primi e fino ai secondi passando per le insalate (tra pesce e carne dagli accostamenti intriganti), hanno un prezzo dai 10 ai 15 euro. Naturalmente al Peacock si fa l'aperitivo lungo, la lista cocktail non l'ho vista, ma una sera passeggerò da queste parti e sbircerò dentro, per raccontarvi cosa ho visto. E non so se avrò il coraggio di entrare. Lo sapete che gli aperitivi bolognesi cambiano la popolazione dei locali e che Bea ha un po' di problemi a riguardo.

Peacock
via Santo Stefano 8
0510316204
dalle 11 all'una di notte

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