Giri artistici e veloci mangiarini: se l'opera è d'asporto e la location cena gourmet

L'Asporto, via Oberdan


Com'è andata la vostra Arte Fiera? La mia un vortice, ma ogni anno è così e forse, se non lo fosse, ne sentirei la mancanza. Tante cose da fare, decisioni da prendere, notizie da cacciare, arte intrigante da annusare soprattutto per le vie della città, all'insegna di Art City. E poco tempo per mangiare comodamente seduta. In questi casi, quando la fretta è compagna di viaggio, ad aiutarci arrivano posticini take away. Anzi, come si diceva e ancora si dovrebbe dire perché il termine esiste, d'"asporto". Come la piccola bottega che io e Linda abbiamo visitato la scorsa settimana, proprio mentre esplodeva in città la frenesia dell'arte. Asporto è una vetrina ripiena di mangiarini e macchinari in via Oberdan, proprio davanti al cancello che porta dentro alla galleria di Feltrinelli. E' un inno alla bolognesità ed è esattamente quello che cercavamo per mangiare in fretta e andare a scoprire quello che poi è diventato un posto da copertina di Apranzoconbea venerdì. Ma se nel gastromondo coesistono un livello di pranzi o cene d'asporto e un altro di riti gourmet - cui ci siamo abituati- nel mondo dell'arte, basso e alto livello d'emozione, bellezza e originalità sono due parametri comuni per valutare un'opera. Ma oggi, più che mai - e soprattutto dopo questa Art City 2017- mi pare che i referenti siano divenuti contenuti e contenitori. Le location battono l'arte uno a zero. E questi bei luoghi vale la pena citarli, per una gita nella bellezza architettonica di Bologna.



L'Asporto è un piccolo negozio aperto dal "figlio di Leonida". Metto le parole tra virgolette perché non so il suo nome e nemmeno quello del proprietario di Leonida in vicolo Alemagna. Ma questo vi basti per fare ricerca e concentrarvi come noi sui mangiarini, come i tortellini fritti da passeggio o la crescenti con scamorza affumicata o la polenta fritta col formaggio. E poi tutte le specialità bolognesi, anche dolciarie. Al momento tutti i fritti di carnevale sono in vendita.

E quindi, come testimonianza di questa Art City diffusa per le vie del centro e visitata con piccoli stop-carburante, vorrei lasciare una mia classifica dei posti da vedere assolutamente: a volte l'arte che c'è dentro è bella, altre volte irrilevante. Ma sta di fatto che proprio Art City ci ha permesso di vedere tutto, magari sotto un altro aspetto.

Elios, via Testoni, che nacque come copisteria con drive-in. Arrivavi in macchina, lasciavi il materiale attraverso la finestrella e parcheggiavi.

il Chiostro di Santo Stefano con l'Esprit des Linux di Jacques Toussaint

l'esterno del Palazzo della Luce di Mario Nanni in via Santo Stefano 94: un palazzo del Settecento casa, museo, galleria. biblioteca, residenza d'artista. E le sculture di luce.

spazio Dino Gavina disegnato da Carlo Scarpa in via Altabella

la biblioteca e tutto il Museo di Palazzo Poggi in via Zamboni 33

finchè c'è il Mast c'è Speranza (al civico 42)in Santa Viola


sala della Meridiana, Galleria Cavour


Palazzo de' Toschi, palazzo delle Poste 

Pavillon de l'Esprit Nouveau, piazza della Costituzione

Opificio Golinelli, via Nanni Costa


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