Ho pensato: vado a Fico con la mia amica Mary Lou e ne capisco un po' di più. Alcune cose che possono valere.
stringersi e coccolarsi davanti alla fabbrica dei panettoni... a Bologna non era mai successo |
Dopo l'inaugurazione cui ho partecipato come giornalista, dopo quel che ho scritto qui, dopo la valanga di articoli usciti sui giornali senza senso critico -a parte un paio- dopo tutti quelli pubblicati a ridosso dell'apertura, sul web tra blog e siti -tra copia incolla di comunicati e analisi più interessanti dei giornali- mi è venuta la voglia di andarci a novità scaduta, quando nessuno ne scrive più. Se non per dire che la Fabbrica Contadina non sta ricevendo molte visite... anche se ad aprile tutto andrà meglio, come raccontano quelli che contano là dentro. Beh, mi son detta, da quando ho visto alcune foto della mia amica Mary Lou che ci è andata proprio per mangiare certi "nomi con buona reputazione" che a Bologna non esistono, voglio capire bene se uno ci va- che sia di Bologna o di Milwaukee- cosa è bene che sappia, dove è interessante che vada a mangiare, cosa fa bene a comprare se proprio vuol fare degli acquisti. Perché mi è stato chiaro fin dall'inizio, che in questa Italia in miniatura della magnazza, che ricorda l'Expo' e mille altri desideri di consumismo spinto, dove la gente sta andando come andasse al ristorante e quindi per replicare all'infinito una delle azioni più quotidiane della sua vita, senza una sfumatura d'innovazione, non ci si può andare del tutto sprovveduti. Un po' bisogna studiare.
Non è che però questo post deve diventare un alibi per andare a Fico scaricando poi tutta la colpa dell'avventura - infausta o meno- su di me. Eh? Mi raccomando. Questa breve storia di una sera di dicembre racconta di una spedizione di un gruppo di amiche+ un amico incompreso dalla sua banda di amici -poiché l'unico gourmet- alla Fabbrica Contadina, per vedere l'effetto che fa. Un tempo si andava allo zoo comunale, ora si fa questo. Anche per poter dire la propria conoscendo i fatti e non parlando per sentito dire. Il bello di andare in un po' di persone (ce ne erano altri di gruppi, mica solo noi, e soprattutto di uomini...) è che si possono assaggiare più cose, anche dividendo i piatti. Naturalmente, andando nel tardo pomeriggio di un martedì, tutte le cose all'aperto erano chiuse e quindi, ad esempio, ci siamo persi gli alberelli dove nascono i simbiosi i tartufi. E comunque... inizia il nostro giro. Benvenuti in un libro di Ballard (come mi ha suggerito l'amica e chef Pina Siotto), dove non hanno lavorato designer o architetti, bensì scenografi, che hanno saputo creare la giusta illusione tra scene, quinte, evocazioni di mare, terra, cielo, grandeur, campi di grano e laboratori di panettone.
la pizza fritta della famiglia Torrente è eccezionale |
hotdog di tonno, 6 euro, buono! |
la pescheria... martedì scorso c'è stata l'asta del pesce, forse ne faranno un'altra, prezzi nella norma |
il granchio è una delle delicatezze che si possono trovare alla pescheria, una vera chicca, secondo il nostro chef Montagnè |
scenografie belle, forse la vera attrazione della Fabbrica Italiana... il che non è molto contadino |
via Paolo Canali 1
Bologna
dalle 10 a mezzanotte
Commenti
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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea