Il Mercato delle Erbe quattro anni dopo: un grande temporary o un contenitore solo apparentemente facile?
il Mercato delle Erbe e una nuova apertura |
Sister è un nuovo banco che vende fasce per i capelli stile anni cinquanta, tutte di stoffe diverse, cappelli, gioielli |
Passeggiando tra le bancarelle e le nuove aperture conseguenti alle chiusure, l'impressione che mi sono fatta del Mercato delle Erbe è che la sua vera natura sia quella di essere un grande temporary, dove ci si sta un po', si vede come va e in caso si resta o si va. Però questo succede soprattutto con le piccole attività, perché quelle più complesse sono ancora lì. Entrando da via Belvedere l'ala destra è quella di Altro! ed è sempre movimentata, con tante proposte gastronomiche e la pizzeria sempre in prima linea: proprio all'ingresso, nel primo corridoio, ieri ha inaugurato Oui Fleurs, il nuovo punto fiorito dell'omonimo negozio di via Andrea Costa. A sinistra invece c'è l'asse Polpette e Crescentine, Vini e Sapuri, Vineria alle Erbe e Mozzabella: queste resistono nel tempo. Lì a fianco c'è il Banco 32 che è un monumento alla continuità e alla qualità, come lo sono altri negozi del Mercato, tipo I Salumi della Cecca, che è lì da molto tempo prima che iniziasse tutto il rinnovamento. E poi la fila centrale, il cuore del Mercato, con le bancarelle della frutta e della verdura che a mio parere sono parecchio cresciute in qualità, che si alternano a bancarelle di altri cibi e ad innovative proposte come Sister, un bancone di cassetti pieni di fasce vintage, gioielli e cappelli, un'esplosione di stoffe ricercate. Dall'altra parte, ho poi notato l'arrivo di Rosetta, che propone appunto i panini rosetta con varie farciture e sempre lì vicino pare stabile Sfarinà, questa volta è la piadina a farsi apprezzare con anche proposte gourmet. Subito fuori da via Belvedere, invece, a destra c'è il punto più raccolto di Stix, il ristorante di via Santo Stefano, prima della piazza. Chi si è invece perso per strada? A mio parere uno dei posti che ha davvero lasciato un segno in città, Maichan, che aveva portato il piacere del dim sum a Bologna e che mi era piaciuto tanto. Infine, proprio ieri, ho scoperto con mia sorpresa che anche il Bio Magazen, che proponeva prodotti bio e mangiarini in stile, ha chiuso... ed è successo a gennaio. Ho letto sul loro profilo fb che il Mercato non era il posto giusto per la loro attività. E credo che questa riflessione abbia accompagnato altri che ci hanno creduto. Ma è anche vero che forse, il Mercato delle Erbe è destinato a questo, a essere un banco di prova da affittare a mesi, per poi decidere se buttarsi o meno col proprio progetto, nel grande mare, spesso in tempesta, della ristorazione bolognese.
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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea