E' la genuina osteria che fa vibrare il cuor, Vag in Ufezzi nel quartierino




Quando attraverso la città per andare nel quartierino profumato di sinistra e caviale- se la dico alla Germano- mi sembra di approdare in un altro mondo. Non è retorica, perché il Santo Stefano è davvero un quartiere tanto diverso dalla Bolognina, negli abitanti, nei bar, nei negozi, nei ristoranti. Io, ad esempio, mi aspetterei che posti come Vag in Ufezzi fossero disseminati oltre il ponte Matteotti, perché qui c'è un territorio ruspante dove si respira ancora tanta bolognesità "working/middle class" per dirla alla Ken Loach. Eppure no, le osterie lasciano il posto alle trattorie, al massimo, e tutto intorno è un grande laboratorio di cucine etniche, per mia grande gioia. Dunque, rifletto, sarà che quella parte alta della mia città, nasconda un'anima ancestrale più popolare? 




polpo in guazzetto



Ustarì

Bando alle chiacchiere e avanti, verso via De' Coltelli, sfrecciando in bici su via Orfeo, guardando ovunque con una curiosità (un sacco di giovani simil studenti nei bar) che mi ruba sempre quei cinque minuti... ma parto per tempo, non arrivo in ritardo. E' sera, è la cena, per fortuna ho prenotato per me e due amiche, perché il posto è piccolo e si fanno due turni -20,15 e 22,15- e potrebbe essere facile non trovare un tavolo. Ma ormai a Bologna non si va da nessuna parte senza una prenotazione, tenetelo a mente. Soprattutto in questi giorni di Arte Fiera.
Vag in Ufezzi, che mi ha fatto conoscere l'amico cuoco Luca Giovanni Pappalardo di Pane e Panelle, è la creatura di Mirco e Antonella, lei in sala, lui in cucina, pochi metri quadrati dove c'è posto anche per la griglia. Il menu, che cambia tutti i giorni, è diviso in tanti foglietti di carta gialla attaccati all'esterno e al muro, pochi piatti, come mangiare in casa, quel che c'è c'è, carne- soprattutto e spesso interiora e carni diverse, come direbbe Pappalardo- e pesce, e noi siamo fortunate perché c'è il polpo in guazzetto, una meraviglia per noi che non amiamo la carne, non siamo interessate al tacchino con verdure o ai balanzoni burro e parmigiano e non abbiamo voglia di zuppa patate e porri.  Una birra, un calice di rosso Bordeaux, chiacchiere fitte fino alle 11 passate, perché si sta bene, c'è cortesia, ospitalità e se non ci sono prenotazioni al secondo turno, puoi restare fino alla chiusura. Qualche fettina di pinza per chiudere e infine la sorpresa che ci trova incredule: 13 euro a testa, un conto raro di questi tempi, in città. 
“Me a vâgh íñ ufézzí“: ditelo a chi volete far sapere di essere impegnati. Era il modo di dire dei nonni bolognesi per indicare quando andavano in osteria e non volevano essere disturbati

Vag in Ufezzi
via De' Coltelli 9/c
051 296 1446
Bologna
dalle 18 alle 2
domenica chiuso

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