Quando il cambio d'ingresso fa già nostalgia ma fa anche marketing: il nuovo Diana


Tagliatelle sì, passatelli mmm, pure' eccellente e torta di riso da urlo. E il servizio?
Mi fa strano recensire il ristorante dei ristoranti che è stato analizzato in ogni modo nei decenni. Eppure è così, il nuovo ingresso su via Volturno, spostato da via Indipendenza dove ora c'è un negozio Yamamay, fa sensazione. E' come un lancio stampa  sui migliori quotidiani nazionali. E con Bea ci siamo andate qualche giorno fa, perché morivamo anche noi dalla curiosità. Di vedere, assaggiare, capire, sentire. Il Diana è un universo unico, ve lo diciamo.





E' unico, soprattutto, perché qui vedi delle cose che non vedi più da nessuna parte. Ad esempio i grissini nel cestino di produzione industriale. Che in un mondo di panini, crescentini, streghine e grissini però di mais, avvolti nei tovaglioli candidi e rigorosamente fatti in casa, sono un tuffo al cuore, per certi versi, fanno subito memoria e anche meraviglia. Perché succede così: quando con qualcosa ci sei cresciuto ad un certo punto non lo vuoi più, poi ci ritorni e quando lo incontri di nuovo fioriscono mille sensazioni dolcissime.
Però il Diana mica è solo medaglia d'oro di grissini (anche gli alberghieri sono da favola). E' il carrello dei bolliti e quello degli arrosti che io non mangio però son mitici, i tortellini in brodo che non mangio più e che sono simbolo, ma anche le tagliatelle al ragù che sono un bel ricordo d'infanzia per me, ma sono la sottovalutata icona bolognaise.... perché superata dai malefici spaghetti. 

la torta di riso

i passatelli

il purè


E allora Bea, che cavolo ci sei andata a fare al Diana? Oh!!!!  guardate che io mangio tante cose. E nel particolare, quel giorno ho scelto i passatelli in brodo, che a mio parere erano così così, un po' troppo "molli", come se fossero stati cotti troppo... anche se li ho mangiati, figuriamoci. Invece l'altra Bea, quella con cui vado a pranzo, si è gustata le sue tagliatelle al ragù con tanto di ovarine, davvero una sorpresa che all'inizio ha guardato storcendo il naso, ma che poi ha accolto come nuova esperienza della tradizione. E' lei che ha dato un senso a questa visita al Diana, perché ha ordinato anche l'arrosto dal carrello, accompagnato dal purè, che ho mangiato anch'io: eccellente.
Il nostro finale è stato al sapore di torta di riso, di cui però non abbiamo apprezzato il servizio: cresci a losanghe di torta con forchettina colorata infilzata, e ti ritrovi un gettone di torta sul piatto. Buonissima eh, ma ci ha fatto un certo effetto. 
Che dire, invece, del servizio? Forse che è una certezza. Scorbutico al punto giusto, come te lo aspetti. E gli vuoi anche bene. O no? Mi fa venire in mente il collegio, questo Diana, dove ti bacchettano le dita se non fai per bene. E quindi, verso le due ci hanno avvertite: per i secondi, o adesso, o mai più. 
Soppa, che paura.
Pranzo per due: 70 euro

Diana
via Volturno 5
051 231302
chiuso il lunedì


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